In un tempo senza rotte, sempre più forte si sente il bisogno di mappe. E allora ripartire dalla geografia, a Q Code, è sembrato necessario. A modo nostro, declinando al plurale, esplodendo una parola in tutti i suoi significati possibili, aprendoci a quelle che di questa materia sono le innovazioni e le tradizioni, gli immaginari e le narrazioni. In questo numero di Q Code partiremo da una geografia della memoria, che in maniera immateriale delinea itinerari identitari e letterari, passando per le mutazioni dei territori, che si disegnano in nuove geografie climatiche, politiche, economiche.
Non mancheranno le mappe, che raccontano di come i capitali generano cartografie della disuguaglianza e di come elaborino geografie delle migrazioni, passando per i sentieri letterari che contribuiscono a generare nuovi mondi o a offrire chiavi di lettura per mondi vecchi solo all’apparenza.
Di tutte le nostre call pubbliche, quella per Geografie è stata una delle più partecipate, come immaginavamo, perché all’innegabile fascino della materia e delle sue declinazioni, si unisce un’urgenza – che sentivamo forte nella nostra comunità di lettori – di pensare nuovi viaggi, che non ragionano solo in termini di confini e di strade che qualcuno ha tracciato per tutti noi, ma che invitano ad andare, verso un altrove, che è ancora tutto da scoprire.