Nessuna cicatrice fa bene. Nessun* vorrebbe mai provare il dolore di vedere quotidianamente sul proprio corpo segni che rimandano a sofferenza inaudita.
C’è chi però nonostante tutto riesce a farne dei punti di forza, dei tatuaggi indelebili non tanto per ricordare quello che è stato, piuttosto per riconoscere ogni giorno quanta strada si è fatta da quei momenti bui. Se poi le cicatrici ricordano un passato mostruoso a cui si è sopravvissut* per miracolo, e risvegliano sentimenti di giustizia a tutti i costi, che sia attraverso tremende verità o scomode, scomodissime azioni, è davvero difficile farci pace.
Amelia di cicatrici ne è piena, e non ne va orgogliosa, anzi.
Ha però sublimato la sua voglia di vivere nell’arte, di cui è protagonista come scultrice, pittrice, creatrice, nel suo studio fiorentino. Il suo talento è innegabile e colpisce al primo colpo d’occhio. Conquista critici, maestri e visitatori. Riesce ad irrompere nei cuori di chiunque incontri, con quel suo perfetto equilibrio di fragilità e forza, di riservatezza e onestà di sentimenti.
Anche Edward di cicatrici ne ha tante, anche se non tutte si vedono. E’ ben attento a non mostrarle, perché scoprirsi vulnerabile non è facile, né auspicabile, nella sua situazione. Può sembrare oscuro e introverso, ma è attento e premuroso. Non si rivela facilmente, eppure è incuriosito dalla sua nuova vita a Firenze, dopo un passato faticoso e doloroso nella Siria in guerra.
E’ l’arte, non solo la disciplina, quanto la bellezza della vita in senso ampio, che inizialmente lega Amelia e Edward, in quella che sembra una corrispondenza “d’amorosi sensi”.
Ma piano piano le barriere cadono, e le cicatrici tornano a farsi sentire, con il loro carico oscuro, rischiando di trascinare entrambi ognuno nel proprio buco nero, da cui con tanta fatica erano emersi.
L’arte come tocco delicato, come linguaggio universale, come elaborazione della realtà, come bellezza alla quale anelare dopo aver vissuto gli orrori peggiori sulla propria pelle e pensare di aver tutto da perdere, è il filo conduttore di una storia dolce-amara che lascia infine un senso di serenità e speranza, alla quale anche chi legge si aggrappa, per trovare speranza e amore anche nelle tenebre più nere.