Fin dai primi scatti, di fronte alle enormi vasche vuote ho sentito l’esigenza dell’acqua. Non so spiegare come questa necessità abbia suscitato in me l’idea di un intervento artistico ma da quel momento le mie foto sono diventate parte di quello spazio non finito. Solo un intervento altro avrebbe potuto arricchirle di quella fantasia che avrebbe permesso alle persone di tornare a nuotare. Questa ricerca, ben oltre l’idea originale di un reportage fotografico, ha coinvolto diversi artisti che, senza chiedermi perché, hanno partecipato con i loro colori a rendere viva una terra desolata. Sembra quasi che l’architettura stessa chiedesse aiuto e ho pensato che a quel grido dovevamo rispondere in molti.
Ci è bastato oltrepassare una rete semidistrutta per tro- varci dopo pochi passi dentro un’opera architettonica unica al mondo e chiederci ancora una volta perché nella storia, di fronte alla novità tende a prevalere un moto di- struttivo, una opposizione, un tentativo di rovinare opere e idee il cui valore riguarda e coinvolge tutti. Così l’arte che per sua natura non può non essere anche politica, si offre in questo progetto come tentativo di risposta a ri- scatto verso quel dramma troppo spesso reiterato.
Il tema dell’architettura dismessa, dei cosiddetti mostri, dei “non luoghi” normalmente affrontato dal fotoreportage così come dalla fotografia concettuale più analitica o meditativa con un profondo atteggiamento di denuncia e di negatività viene trattato in questa occasione con un sguardo radicalmente opposto.
La capacità di denuncia della fotografia si mescola nel progetto “La Vela” con la leggerezza e la forza degli artisti dialogando virtualmente con i bozzetti e i primi studi degli architetti nati nelle fasi iniziali della realizzazione dei progetti.
La Città dello sport è una struttura architettonica incompiuta progettata come complesso sportivo poli- funzionale dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava nell’area dell’Università degli Studi di Roma “Tor Ver- gata”. Del progetto è stata realizzata la struttura di uno stadio del nuoto con l’intelaiatura della copertura che costituisce una caratteristica “vela a pinna di squalo” visibile anche da grande distanza (che gli ha meritato il soprannome di Vela di Calatrava). Il progetto fu avviato nel 2005, all’epoca del primo mandato della giunta di Walter Veltroni, e la struttura, nelle intenzioni, era destinata a ospitare i Campionati mondiali di nuoto 2009. Per il protrarsi della costruzione, e per l’aumento dei costi, i mondiali di nuoto sono stati svolti nelle strutture del Foro Italico, realizzate negli anni ’30.
Sembra siano recentemente stati stanziati nuovi fondi per l’ultimazione dei lavori.
Ad oggi gli illustratori coinvolti provengono da diversi paesi del mondo e sono Daniela Berti, Andrea Calisi, Francesca D’Ottavi, Alessandro Ferraro, Riccardo Guasco, Fabio Magnasciutti, Gioia Marchegiani, Marina Marcolin, Arianna Papini, Marco Quadri, Felicita Sala, Antonello Silverini, Lorenzo Terranera, Daniela Tieni, Ilaria Vescovo, i coreani Gisoo Kim e Young Guen, Oscar Grillo, la giapponese On Yamamoto; l’iraniano Amir Shabanipour, dalla Spagna Berta Paramo, la russa Kate Voronina.