Siamo in pericolo: i limiti del modello turistico di Donostia/San Sebastián

di
Elena Ramirez Boixaderas
Membro del colectivo Bizilagunekin per la decrescita turística


Il turismo è una presenza continua e significativa nella città basca di Donostia- San Sebastián, per lo meno da quando fu ricostruita dopo l’incendio del 1813 appiccato dalle truppe anglo-portoghesi. Vacanze estive di sovrani e dittatori spagnoli, influenze francesi ed europee durante la “Belle Epoque”, festival cinematografici e musicali, ferie taurine e di tradizioni basche, eventi sportivi…
Alcuni elementi legati al turismo hanno marcato la storia e l’identità della nostra città da allora.

Noi che abitiamo a San Sebastián abbiamo conosciuto e convissuto con il turismo, a volte meglio a volte peggio, per più di 200 anni. Però il selvaggio processo di turistificazione a cui ci siamo visti condannati questa ultima decade ha cambiato completamente i parametri del fenomeno in città: siamo in pericolo.
L’estate è il momento di maggiore turistificazione e i problemi che comporta il sovrasfruttamento della città come destinazione turistica, come il rumore, il traffico o l’affollamento delle strade, si fanno particolarmente visibili. Ciononostante, ci risultano più preoccupanti i cambiamenti strutturali dovuti al
modello di città incentrata sul turismo: per esempio, la speculazione immobiliare, il lavoro precario, la distruzione dell’ambiente o l’indebolimento dei legami di comunità. Insomma, le conseguenze di svendere la città alle forze del mercato.

Anno dopo anno, aumenta la quantità di turisti che arriva a San Sebastián. I pernottamenti sono aumentati del 70% in 10 anni; da 1.087.468 nel 2014 a 1.852.612 nel 2023. I posti in hotel disponibili sono passati da essere 162.899 nel 2014 a 266.692 nel 2023; un aumento del 64%. Ciò che ha fatto la differenza è stata la solida alleanza tra l’industria direttamente legata al turismo, gli investitori con interessi immobiliari, i responsabili istituzionali e i media che legittimano questo modello, che hanno agito a livello locale, statale e internazionale spingendo per la trasformazione accelerata della città per
favorire la crescita dell’attività turistica. Si sono posti come obbiettivo (e l’hanno raggiunto) di cambiare il profilo del turista che arriva a San Sebastián a visitatore con grande potere d’acquisto che arriva da territori più lontani di quanto fossimo abituati (Stati Uniti, Australia, Giappone) e consumatore di servizi e prodotti di lusso. Questo cambio di profilo ha portato con sé l’elitizzazione della città, travestita da “turismo di qualità”.


La turistificazione implica un impatto negativo evidente sulla qualità di vita degli abitanti della città, oltre a creare dipendenza da un’attività così vulnerabile alla crisi climatica ed energetica. A livello ambientale, il turismo genera una ipermobilità e un abuso di aerei che inquinano a livello globale.

Un inquinamento che si vede poi riflesso a livello locale, con i 5 aeroporti che ci sono a meno di 100km da San Sebastián, specialmente con l’aumento degli arrivi di jet privati all’aeroporto di Hondarribia. Inoltre, il 48% dei turisti arrivano in città in macchina e saturano il traffico del centro per raggiungere le migliaia di posti auto messi a disposizione nei parcheggi sotterranei. Inoltre si sono aggiunti nuovi punti di attrazione turistica in spazi naturali finora esenti da massificazione, come l’installazione artistica nel faro dell’isola di Santa Clara, enclave di grande valore ecologico.

Nonostante tutto, al momento il problema principale di San Sebastián è l’emergenza abitativa, che è peggiorata molto per il processo di turistificazione.
Il prezzo per comprare e affittare casa è salito del 43% tra 2014 e 2023 (da 3.766€ a 5.377€ al metro quadro per l’acquisto; e da 11,90€ a 17€ al mese per metro quadro quello dell’affitto). Secondo cifre ufficiali, la città conta attualmente 1.305 appartamenti ad uso turistico; e varie ricerche portano la cifra fino a oltre 1.500, tra legali e illegali. Il prezzo medio per notte di questi appartamenti turistici è più alto di quello di città come Barcellona o New York. Le politiche per regolarizzare e blindare l’attività degli appartamenti turistici, l’ingente emissione di licenze per nuovi hotel, l’elitizzazione della città e tutte le politiche pubbliche volte a favorire la turistificazione di San Sebastián contrastano con la mancanza di una proposta solida per garantire accesso alla casa per le e gli abitanti.

L’incremento esorbitante del prezzo della casa ha fatto muovere e espulso le e i residenti, convertendo ciò che dovrebbe essere un diritto in un lusso inaccessibile. Questo comporta lo sradicamento di un’intera generazione e la negazione delle condizioni basiche per intraprendere un progetto di vita
dignitosa nella città; oltre all’indebolimento delle reti comunitarie e la perdita di identità locale.

traduzione: con las vecinas

In numerose città attorno a noi, in Europa e in tutto il mondo, si sta denunciando che lo sfruttamento turistico ha dei limiti; i cittadini stanno rivendicando le città come luoghi di vita quotidiana e non semplici opportunità di speculazione. Dalla nostra piccola città affacciata sul mar Cantabrico guardiamo a questi luoghi cercando di evitare le dinamiche distruttive che li hanno feriti, per evitare che i danni che la turistificazione sta creando nella nostra città diventino irreversibili.
Guardiamo anche a quelle popolazioni che si sono attivate per difendere le proprie vite, le loro città e i loro diritti a partire dalla solidarietà e dall’appoggio reciproco.
Noi ci opponiamo a questo modello di città insostenibile che perpetua la disuguaglianza ed esigiamo di intraprendere un cammino verso la decrescita turistica. La soluzione a questa deriva turistificatrice passa dal diversificare l’economia della città, frenando la monocultura turistica e facilitando impieghi
di qualità in altri settori che garantiscano stabilità, dignità e le condizioni minime per un progetto di vita nella città. Per far fronte a questo male che ci ha colpito, dobbiamo intraprendere una transizione economica e sociale pianificata che ridefinisca il nostro modello di città e la renda più abitabile, sostenibile e giusta.