La voce del maestro

di

19 Maggio 2021

Vorremmo mettere insieme parole, immagini, collezioni di ricordi.
Vorremmo raccontare anche noi qualcosa che pare impossibile da raccontare.
Vorremmo raccontare l’infinito.

Per farlo, useremo le parole del maestro, la sua voce.

La redazione di Q Code Magazine racconta Franco Battiato.

Il senso del possesso che fu pre-alessandrino

Che voglia di cambiare che c’è in me
Si sente il bisogno di una propria evoluzione
Sganciata dalle regole comuni
Da questa falsa personalità

Per tutte le primavere dei nostri corpi e dei nostri pensieri, liberə dalle imposizioni delle “regole comuni”. Per quei segnali di vita che possono cambiare noi stessə e il mondo che viviamo.

Aprono le ali
Scendono in picchiata, atterrano
Meglio di aeroplani
Cambiano le prospettive al mondo
Voli imprevedibili ed ascese velocissime
Traiettorie impercettibili
Codici di geometria esistenziale

Latenti (shock addizionali, shock addizionali) sveglia (sveglia kundalini, sveglia kundalini) per scappare via dalla paranoia come dopo un viaggio con la mescalina che finisce male nel ritorno…

#rozziciberneticisignorideglianelli

Nomadi che cercano
Gli angoli della tranquillità
Nelle nebbie del nord
E nei tumulti delle civiltà
Tra i chiari scuri e la monotonia
Dei giorni che passano

Rara la vita in due
Fatta di lievi gesti,
E affetti di giornata,
Consistenti o no
Bisogna muoversi
Come ospiti pieni di premure
Con delicata attenzione
Per non disturbare
Ed è in certi sguardi che
Si vede l’infinito

No time, no space
Another race of vibrations
The sea of the simulation
Keep your feelings in memory
I love you, especially tonight

Qual è il posto in cui vorresti viaggiare?
La testa di Franco Battiato.

E i cittadini attoniti
fingevano di non capire niente
per aiutare i disertori
e chi scappava in occidente.

The divine empire
Has fallen into dishonour
Politicians kill the monks
Refusing to listen and to reason
Keep your hands off Tibet

Ho ascoltato per la prima volta “Tibet” (Inneres Auge – Il tutto è più della somma della parti, 2009) in macchina con i miei genitori, mentre andavamo a sciare. Era il 2009, avevo 13 anni. La prima cosa che ho pensato era che ero contenta di capire le parole di una canzone in inglese.
Ma era anche la prima volta che ascoltavo e riuscivo a capire una canzone che parlava di politica, di lotte, di attualità, di Tibet.
Ricordo di aver pensato che le canzoni fossero cose straordinarie perché potevano raccontare storie lontane che sarebbero state ascoltate da tante persone.
Anche da me.