Carrying the basket

di

1 Novembre 2020

Un piccolo graphic novel in cui una donna ricorda il dolore dell’avere di un proprio parente in carcere, molto probabilmente per motivi di repressione politica in Tunisia

“Alla fine sono andata alla prigione di Biserta, andai a piedi, camminavo, camminavo…non c’era nessuno oltre a me. Quando arrivai, persi conoscenza”. 

A parlare è la madre di Kamel Matmati, militante islamista tunisino, scomparso nel 1991. Matmati era morto quasi subito dopo il suo arresto, ma il suo decesso fu reso noto solo dopo diversi anni. La madre e la moglie avevano continuato a portargli cibo e biancheria in carcere, maltrattate e ingannate dalle forze di polizia.

Gli anni dell’autocrazia in Tunisia hanno visto moltissime storie come quella della madre di Matmati. Solo recentemente, con la caduta del regime di Ben Ali e l’inizio del processo di transizione, si è iniziato a raccontare. Molte donne hanno affrontato per anni viaggi difficili e interminabili per recarsi nelle prigioni dove erano detenuti i loro congiunti, spesso umiliate e vessate dalla polizia carceraria. A volte i loro cari venivano trasferiti di carcere senza che fosse loro notificato alcunché.

Carrying the basket è un piccolo graphic novel in cui una donna ricorda il dolore dell’avere di un proprio parente in carcere, molto probabilmente per motivi di repressione politica. Il simbolo di queste intime vicende di amore e sofferenza familiare è la koffa, il tipico cestino tunisino, che le donne riempivano di vettovaglie, biancherie e messaggi di conforto per i loro cari in carcere.

Il graphic novel è disponibile anche in lingua araba sul sito Voices of Memory, che raccoglie diverso materiale (inclusi podcast e una ricostruzione interattiva di un carcere) sulle testimonianze di nove donne coinvolte in vario modo nell’attività politica pre- e post-2011. Il sito è stato realizzato con il supporto dell’International Center for Transitional Justice e dell’Università di Birmingham.

 

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