Il ricordo di quel giorno, dove è finita la compassione, che speranze per un futuro per due popoli e due stati. Sawfat Kahlout e Meron Rapoport dialogano al microfono di Q Code.
Intervistati durante le giornate del DIG, Documentari Inchieste Giornalismi, ricordano il 7 ottobre, affrontano il tema della compassione e del futuro, dentro un orizzonte che sembra senza speranze. Il loro dialogo, però, dice che c’è una speranza. 365 giorni dopo la strage del 7 ottobre e 365 giorni di continui bombardamenti e massacri nei territori palestinesi, con i nuovi fronti di guerra con il Libano e l’Iran. Due professionisti e due testimoni, due persone, usano le parole per analizzare un presente che pare senza speranze.
Nella notte altri raid su Gaza e notizie di morti in un attacco a una moschea. In Libano Israele attacca a testa bassa, Netanyahu annuncia l’attacco contro l’Iran.
Un anno fa lo avevamo raccontato così, con il podcast di Cristian Elia:
Un anno fa sarebbero stati scenari da fantapolitica, oggi – mentre si attendono le elezioni USA grande sponsor militare e politico di Tel Aviv – sono una realtà che ha precipitato l’area in un inferno, che ha dimostrato l’impotenza di qualsiasi legge e risoluzione internazionale, incapaci di fermare quella che sembrava una vendetta, ma è un piano ben più profondo e criminale.
C’è, esiste, una minoranza che ancora crede nella forza delle parole. E nonostante la violenza del presente, le parole dell’intervista ci dicono che esiste anche una flebile fiammella accesa in questa notte senza stelle.