Antigone. Carcere disumano: 14.000 persone oltre la capienza

L’associazione chiede lo stop del pacchetto giustizia, che introduce nuove reati e si avvia a far salire la popolazione carceraria

Il tasso di affollamento reale del sistema penitenziario è a quota 130,6% e sono circa 14mila le persone in più rispetto ai posti letto regolamentari. L’associazione Antigone denuncia che in 56 istituti il tasso di affollamento è superiore al 150% e sono ben 8 quelli in cui è superiore al 190%: Milano San Vittore maschile (227,3%), Brescia Canton Monbello (207,1%), Foggia (199,7%), Taranto (194,4%), Potenza (192,3%), Busto Arsizio (192,1%), Como (191,6%) e Milano San Vittore femminile (190,7%). Sono solo 38 gli istituti non sovraffollati.

58 i suicidi avvenuti in carcere dall’inizio dell’anno, nove solo nel mese di luglio. 27 persone si sono tolte la vita nei primi sei mesi di detenzione. Di queste, 8 erano in carcere solo da una manciata di giorni.

L’Osservatorio di Antigone ha effettuato 88 visite negli ultimi 12 mesi. Nel carcere di Avellino, al momento della visita, l’acqua corrente non era disponibile dalle 22 alle 6 del mattino. Le celle presentavano infiltrazioni e muffa, oltre a non essere dotate di doccia. Presso la sezione femminile, le finestre erano corredate da schermature in plexiglass, impedendo così il passaggio d’aria (anche in giornate come quella in cui si è svolta la visita in cui il termometro segnava 41 gradi)”. Cimici, scarafaggi, una condizione di vita disumana. Dati che emergono nell’ultimo rapporto dell’associazione sulle condizioni di detenzione, “Nodo alla gola“.

15 le proposte dell’associazione Antigone per “tornare a un carcere ‘costituzionale”. Fra queste:  approvare misure che consentano telefonate quotidiane, dotare tutte le celle di tutti gli istituti di ventilatori o aria condizionata e frigoriferi, assumere 1000 giovani mediatori culturali e 1000 giovani educatori e assistenti sociali, moltiplicare la presenza di psichiatri, etno-psichiatri e medici, chiudere le sezioni di isolamento e formare nuclei di poliziotti ed educatori e medici capaci di gestire collegialmente i casi difficili in modo da evitare che degenerino.

Al primo punto – mette in risalto il report il ritiro del pacchetto sicurezza che introduce nuove fattispecie di reato tra cui quello di rivolta penitenziaria (che sanziona fino a 8 anni anche tre persone che con resistenza passiva e non violenta disobbediscono a un ordine dell’autorità) e che vuole far scontare in carcere la pena alle donne in stato di gravidanza o con un bimbo di età inferiore a un anno”.

Alessio Scandurra, Antigone: