La Corte europea dei diritti umani ha riconosciuto in una sentenza che Giuseppe Uva ha subito trattamenti inumani e che su di lui non sono state condotte adeguate indagini: l’Italia entro il 28 giugno dovrà trovare una transazione con i familiari della vittima e rispondere alle contestazioni che provengono dalla Corte europea.
A dare la notizia è un emozionato Luigi Manconi, politico, sociologo e presidente di A Buon Diritto, associazione che ha sempre tenuto alta l’attenzione sul caso del 48enne morto nel 2008 dopo essere stato fermato dai carabinieri. Si riapre così un caso che ha dovuto aspettare sedici anni.