Questo mese non ho dubbi, sarà tutto dedicato ai Marlene Kuntz.
Sarà un viaggio tra presente e storia di una band che ha segnato sicuramente la mia adolescenza, dandomi una profondità di sguardo dentro di me che, senza di loro, non avrei raggiunto.
E un abbraccio a Luca Bergia, anima leggera.
Paradigma Huwwara di Clorinda Tancredi
Tancredi finisce così, questo racconto così dettagliato, così violento, così pieno di perché: “Questa è la quotidianità che si vive e osserva regolarmente. Raccontarla non è un atto di parzialità ideologizzata, ma di doverosa restituzione della reale brutalità di questa terra. Porsi delle domande è forse l’unica strada possibile di questi tempi per onorare i valori democratici di cui tanto si parla.
Huwwara, nel frattempo, è ancora sotto blocco militare.”
Marlene Kuntz – L’odio migliore
Ho preso Paranoia, la mia concubina cocciuta E l'ho accoppata, giuro, come di schianto Ora si prepari il compianto, la vergogna del Golgota È una volta ancora emblema nel vento Lo meritava davvero, è tutto ciò che so Mi torturava, non mento, e non puoi dirmi di no Mi si notifichi pure oscena gratuità Ma lei mi torturava, questa è la verità Questa è la verità Questa è la verità Questa è la verità
La visione poetica di Alexander Bronfer di Filippo Trojano
Nell’avvicinarti alle persone che fotografi cerchi di nasconderti o preferisci essere visto e costruire consapevolmente con loro dirigendole?
Non costruisco le foto ma penso ogni scatto, anche per la foto più bella non vale la pena far sentire qualcuno a disagio per qualsiasi ragione, ne sono convinto. Se qualcuno esprime dissenso nell’essere fotografato, semplicemente faccio un passo indietro e cancello la foto.
E la colonna sonora perfetta per me resta questa canzone.
Marlene Kuntz – Fingendo la poesia
Ti prego, taci e volgi gli occhi fin là E resta con me a guardare Preferisco così E non mi chiedere A cosa penso, è inutile Preferisco così, ti prego, non insistere
“Parlate di mafie”, tra informazione libera e querele di Sentiti Libera
Quanto è difficile scrivere, parlare, raccontare le mafie, nel Nord Italia e non solo?
Su questa domanda di Sentiti Libera, ho fatto la mia ricerca nella discografia dei Marlene e ho trovato una canzone che da giovane urlavo sempre ai concerti.
Marlene Kuntz – Chi mi credo d’essere?
Numerose immagini arruolate dalle idee di un bel po' di fervidi pensieri splendono di vita nuova e fanno gli altri me in alterazione dei miei desideri dei miei piaceri dei miei valori dei miei sorrisi e dei miei cattivi umori dei miei difetti dei miei colori dei miei misteri e dei miei disamori. Chi mi credo d'essere? Non vale: "non lo so"...
Dopo il botto, zerocalcare e i cocci della pandemia di Luca Rasponi
Stamo a cocci.
Una frase che apre la mostra e che nessuno di noi può dimenticare (sì, era proprio il Marzo del 2020).
Leggo il pezzo di Rasponi, con cui mi trovo molto d’accordo e vado a surfare anche io tra le canzoni. Ne trovo una, struggente, che mi ricorda quel senso di vuoto e spaesamento che spesso Zerocalcare racconta, che spesso mi sono trovata a vivere e a non saper raccontare.
Marlene Kuntz – L’esangue Deborah
L'esangue Deborah commuove gli angeli E il cielo è fuoco splendido d'amore L'esangue Deborah congeda l'anima Fra poco sprezzerà l'inganno intorno a lei Tutto ciò che ho è l'impaccio che non mortificherò Mai Mai Mai
L’abbraccio e lo strappo di Valeria Rando
“Mi immobilizza la consapevolezza ritrovata che infondo è un bambino. E gli sorrido senza trovare parole in risposta. Mi fermo che quasi piango, e il gesto lo compie lui. Sicché il nostro abbraccio si snoda in questa forma: Khaled, piccolissimo, con il mazzo di rose stretto sotto un’ascella, ancorato al mio tronco come alla corteccia di un albero secolare, che si sforza di stringerlo, e resta così; ed io, con l’impressione straniera e nuova di enormità, imbarazzata nel tentativo fallito di ricambiare, che non trovando il suo corpo, arrivandomi appena al bacino, finisco per danzare col vuoto.”
Marlene Kuntz – L’abbraccio
E un giorno o l'altro sai che cosa ti aspetta? La stessa meraviglia di un pugno in faccia venuto per necessità a dire la sua verità.
Il grande re. La memoria dell’acqua di Cecilia Fasciani
Il racconto della Fasciani ci porta nel tempo e nello spazio di fiumi e oggetti misteriosi.
Una canzone sull’acqua, proprio nell’ultimo album del gruppo.
Marlene Kuntz – Acqua e fuoco
Di fermare il tempo Non c'è stato tempo mai Il tempo fugge come il vento Il tempo è un lampo e tu lo sai E quello che in questo momento vola Dice a tutti noi: "Attento che col fuoco scherzi E l'acqua prima o poi ti mancherà"
Un’esperienza in cui Q Code Magazine ha creduto nelle arti e ha partecipato ad un call che si è tradotta in moltissime azioni che potrete scoprire nel sito nato appositamente.
E chiudiamo questo mese così, con una piroetta.
Marlene Kuntz – Nuotando nell’aria
Il cuore domanda cos'è che manca Perché si sente male, molto male Amando, amando, amandoti ancora