Ci fa sentire la paura del pericolo imminente, quello che questa campagna elettorale sta rimuovendo.
Emozione, comportamento. Pericolo e reazione: lotta o fuggi.
L’amigdala è una raccolta di nuclei che si trovano nel profondo del lobo temporale. Il termine deriva dal greco, e significa “mandorla”, perché la sua forma la richiama. L’amigdala è riconosciuta come una componente importante del sistema limbico e, come tale, si ritiene che abbia ruoli nell’emozione e nel comportamento: ha un ruolo chiave nell’elaborazione della paura. Quando siamo esposti ad uno stimolo spaventoso, l’amigdala può inviare segnali ad aree del cervello come l’ipotalamo per innescare una risposta “lotta o fuggi” – ad esempio, aumento della frequenza cardiaca e respirazione per prepararsi all’azione.
Ma cosa c’entra l’amigdala con la campagna elettorale? C’entra e il perché è evidente. Le previsioni degli scienziati Ipcc dicono cose che stiamo vivendo quotidianamente. Profeti inascoltati le annunciavano già negli anni Cinquanta. Ma il profitto, prima di tutto.
Ondate di calore, bombe d’acqua, piogge tropicali, trombe d’aria, erosione dei ghiacciai, innalzamento della temperatura nei mari. A furia di descriverli come un futuro da inferi, ci si scorda che il cambiamento avviene gradualmente e non da un giorno all’altro. E che dire ‘fra vent’anni’ non significa che per i venti che viviamo fino a quella data tutto resti uguale a prima, o che possa addirittura migliorare. Il cambiamento climatico non si recupera. Può solo peggiorare, possiamo cercare di stabilizzarlo e di adattarci.
Cosa ce ne facciamo di una campagna elettorale vecchio stampo mentre il pianeta scotta? Quando conosciamo perfettamente le previsioni sui profughi climatici, le guerre per le risorse che verranno, il problema che avremo con l’acqua. Politici e stampa sono una miscela esplosiva, in peggio. Negli ultimi trent’anni almeno, anche di più, in Italia. Si creano statisti dalla mattina alla sera, per puro gusto speculativo e si convince per logoramento visivo i telespettatori che abbiamo dei leader, categoria in grande crisi come vogliono questi tempi, e non solo in Italia.
L’incapacità di mettere insieme i due fattori, le elezioni e l’amigdala che ci dovrebbe avvertire di farci reagire, dice di come l’ombelico elettorale, spesso onanismo, dei cosiddetti o sedicenti leader non hanno capito che per continuare i giochi della politica avulsa dai problemi quotidiani ci deve essere un Pianeta.
Sarebbe stato bello, e non certo un miraggio, scoprire che l’unità nazionale (dannosa in genere perché appiattisce la politica e poi la spinge a eccessi per differenziarsi) potesse avvenire su un tema come quello di una giusta ed equa transizione ecologica. Macché. Non riescono nemmeno a condividere gli extraprofitti speculativi di questi mesi delle big di energia e banche. C’è una presunzione che tutto possa continuare come prima che lascia basiti. Dovremmo già essere in una situazione di grande allerta.
Avremmo dovuto e sicuramente potuto avere delle iniziative, internazionali, nazionali che non fossero dettate dalla fretta, o peggio dall’ansia, dal panico, e in previsione di un possibile terrore. Eppure sembra che anche le cose più logiche diventino di colpo invisibili, di fronte alla spartizione di potere.
I programmi e il dibattito quotidiano sono due cose diverse, ovviamente, ma è incredibile quanto anche la grande stampa non riesca a ridurre il numero di non notizie, gossip da campagna, rispetto alla situazione che viviamo. Vediamo cosa propongono i partiti in questa analisi di WIRED.
E vediamo anche una valutazione di 20 scienziati, che hanno analizzato attraverso vari parametri le singole proposte.
Infine, merita una citazione e un plauso il lavoro dei Fridays for Future FFF, che in un documento informato e propositivo hanno offerto temi e soluzioni a chi non li coinvolge, né li contatta per una visione diversa, appunto, nei programmi elettorali. Ecco l’agenda climatica
Per avere una visione del mondo ci vogliono due elementi necessari. Esistere ed avere un mondo. Se non esisteremo, il mondo andrà avanti. Sembrerebbe una scelta obbligata. E invece.