Il 30 marzo 2023 Vincent van Gogh avrebbe compiuto 170 anni. Chissà cosa penserebbe oggi, vedendo le sue opere esposte nei più importanti musei del mondo come accade nella celebre scena della serie Doctor Who.
Se non possiamo avere una risposta a questa domanda, di certo abbiamo la fortuna di poter conoscere il pittore grazie alla sua fitta corrispondenza con il fratello Theo, che ha dato vita a due biografie a fumetti intense quanto insolite.
Vincent, scritto e disegnato dalla fumettista olandese Barbara Stok su incarico del Van Gogh Museum di Amsterdam, è stato pubblicato nei Paesi Bassi nel 2012, per poi uscire in Italia due anni dopo grazie a Bao Publishing.
Più recente invece Vincent van Love (2019), volume edito da Becco Giallo che raccoglie il webcomic creato da Ernesto Anderle a partire proprio dalla vita e dalle lettere di van Gogh.
La lettura comparata delle due opere risulta curiosamente complementare, dal momento che – al netto degli inevitabili passaggi comuni – i due autori scelgono un approccio completamente differente al racconto.
Barbara Stok, con il suo stile intenso ed espressivo riconducibile alla scuola della linea chiara franco-belga, ci regala uno spaccato intimo e profondo del periodo di maturità artistica del pittore.
Il suo racconto, infatti, comincia con il trasferimento di van Gogh ad Arles, in Provenza, nel 1888. Dei successivi due anni – gli ultimi per van Gogh prima della morte – la fumettista olandese offre un racconto ricco e completo.
L’incomprensione artistica e le difficoltà economiche, il rapporto con il fratello e il tanto desiderato arrivo di Gauguin, tutti questi momenti della vita di van Gogh sono ricostruiti non solo grazie alle lettere, ma entrando nei pensieri del pittore fino a condividerne la sensibilità, gli entusiasmi e lo sconforto.
Al contrario, Vincent van Love di Ernesto Anderle nasce come una serie di dipinti e disegni ispirati a citazioni estratte dalle lettere di van Gogh, illustrate dall’autore come vere e proprie massime.
A creare un filo conduttore tra queste bellissime tavole – una vera e proria serie di istantanee sull’animo del pittore – sono brevi racconti di diversi momenti della vita di van Gogh, che offrono un quadro generale della sua biografia.
In questo caso si parte dall’inizio, dall’infanzia e dall’adolescenza di Vincent fino ai suoi anni da predicatore protestante in Belgio – sulle orme del padre – dove il futuro pittore entra in contatto con le misere condizioni di vita dei minatori, restandone profondamente impressionato.
Sono passaggi che consentono di comprendere ancora meglio l’uomo nascosto dietro e dentro l’artista, intuendo l’origine di quella spiccata sensibilità che Vincent van Gogh ha saputo infondere, come pochi, nei suoi dipinti.
Rispetto all’opera più intima di Stok, quella di Anderle compone un racconto più discontinuo ma altrettanto efficace, che si conclude inevitabilmente nello stesso modo, con la morte dell’artista.
Ma Vincent van Love lascia anche intravedere il futuro radioso del van Gogh pittore, destinato a diventare non solo un artista universalmente apprezzato, ma addirittura un’icona pop per i secoli a venire.
“Se oggi non valgo nulla, non varrò nulla nemmeno domani; ma se domani scoprono in me dei valori vuol dire che li posseggo anche oggi. Poiché il grano è grano anche se dapprima la gente lo prende per erba”.