L’immagine di Patrick Zaki avvolto dal filo spinato è nota in tutto il mondo. Intorno a quell’immagine, e a quella battaglia, è nata la collaborazione tra Gianluca Costantini e Amnesty International, che ha recentemente dato vita al volume Human rights portraits, pubblicato da Becco Giallo.
Come in un percorso a ritroso dalla campagna per la liberazione dello studente egiziano, attraverso le sue immagini Costantini racconta la storia della ong dal 1961 a oggi, raffigurando per ciascun anno una persona simbolo della lotta per i diritti umani.
Il volume cartonato in tre colori – bianco, nero e naturalmente il giallo di Amnesty – è impreziosito da una serie di testi che forniscono la migliore cornice interpretativa per le immagini mostrate.
Dopo un’introduzione biografica dello stesso Costantini – che racconta l’origine del suo impegno civile – i testi del portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, introducono ciascun decennio affrontato nel volume, ricostruendo in sintesi la storia dei diritti umani negli ultimi 60 anni.
Ogni dieci immagini, infine, brevi cenni biografici sugli uomini e le donne raffigurati consentono di capire meglio il contesto della loro azione e il valore delle rispettive battaglie.
Ma il principale motivo d’interesse del volume, è superfluo sottolinearlo, sono i ritratti di Gianluca Costantini, resi protagonisti dalla scelta non scontata di Amnesty di raccontare la propria storia attraverso le immagini.
Un’operazione di sintesi non semplice né banale, che restituisce come risultato un volume dal forte impatto iconico, grazie alla capacità dell’illustratore di catturare in un gesto, un’espressione o una postura l’essenza delle persone rappresentate.
Dai soggetti più noti a quelli meno conosciuti, le immagini di Costantini riescono con pochi, sapienti tratti a rappresentare la sofferenza, la determinazione o la gioia per una battaglia vinta, l’amarezza e lo sconforto, la ricerca di uno sguardo amico.
Dal fondatore di Amnesty, l’avvocato britannico Peter Benenson, a Martin Luther King, da Franca Viola – che per prima in Italia rifiutò il matrimonio riparatore – a Muhammad Ali, la galleria dei volti che scorrono uno dopo l’altro porta con sé altrettante storie accomunate dalla difesa dei diritti umani.
Oltre che nel tempo, il viaggio è anche nello spazio, con un una rappresentanza significativa di tutti i continenti: dal Cile di Luis Sepúlveda alla Repubblica Ceca di Václav Havel, dal Sudafrica di Desmond Tutu e Nelson Mandela fino al Myanmar di Aung San Suu Kyi.
Le conquiste riguardano a volte la libertà di un popolo, altre volte i diritti di una minoranza: in ogni caso, rappresentano sempre passi avanti per l’umanità, costruiti sul sangue di tante vittime oltre che sull’impegno dei sopravvissuti.
Un filo invisibile unisce i desaparecidos sudamericani alle vittime di polizia in Europa e negli Stati Uniti, i diritti dei neri d’America e la decolonizzazione dei Paesi africani.
Gli anni delle grandi battaglie per i diritti civili si saldano con le nuove lotte del terzo millennio, gli attivisti contro la pena di morte e la tortura si alleano idealmente ai ribelli contro le dittature di ogni tempo.
Questa alchimia, materializzata su carta dal talento di Gianluca Costantini, nasce dall’impegno sessantennale di Amnesty International, che il volume racconta con rigore, rifuggendo toni celebrativi e senza dimenticare le tante battaglie che restano ancora da vincere.