“Tutto questo dolore un giorno ti sarà utile” scriveva Ovidio più di duemila anni fa. Un pensiero che forse può consolare, anche se resta il problema di capire come ripartire, dopo un dolore in grado di segnare nel profondo.
È quello che cercano di fare Amelia e Ada, le protagoniste dell’ultimo graphic novel di Flavia Biondi, La casa delle magnolie, pubblicato da Bao a fine 2023 e lanciato in occasione di Lucca Comics.
L’autrice fiorentina si dimostra ancora una volta a proprio agio nel raccontare una storia intima, che tocca da molto vicino le corde della sensibilità ritraendo in modo assolutamente credibile il dolore dei suoi personaggi.
Intendiamoci, La casa delle magnolie è una storia anche divertente e leggera – nel senso migliore del termine – illuminata da colori brillanti e meravigliosi che conferiscono un’aura di magia all’ambientazione toscana.
Ma i temi centrali del racconto rimangono il dolore e la sua elaborazione, che si tratti della perdita di una persona cara o di tutte le proprie certezze, di un lento stillicidio o di un unico colpo improvviso.
Incontratesi per puro caso tra le pittoresche vie di Montalcino, le due ragazze sono entrambe in cerca della chiave giusta per elaborare il proprio dolore, anche se non sembrano rendersene conto fino al momento in cui ne parlano finalmente a voce alta.
Ma nel mezzo c’è tutta la distanza possibile tra l’esuberante Amelia e la riservata Ada, tra due modi opposti di vivere la propria perdita e di conseguenza la relazione con gli altri.
In qualche modo, la figura di Amelia richiama un altro personaggio di Flavia Biondi: Lana, protagonista di Ruby Falls, storia in quattro parti nata dalla collaborazione con la sceneggiatrice americana Ann Nocenti.
Il character design di Amelia ricorda Lana soprattutto nei colori, quelli di un autunno caldo che si contrappone per contrasto alle cromie estive ma fredde che accompagnano invece Ada, rispecchiando i rispettivi caratteri.
Un altro punto di contatto tra le due opere è la connessione tra generazioni, in particolare tra nonne e nipoti, che illumina la strada delle protagoniste alle prese con il rebus in continua evoluzione della propria vita.
Se tuttavia la provincia americana aveva un ruolo importante in Ruby Falls, La casa delle magnolie dà ampio spazio a quella italiana, tratteggiata senza retorica tra pregi e difetti delle piccole comunità locali.
La natura, con i suoi cicli e il suo potere di rigenerazione, dialoga in armonia con il paesaggio antropizzato, in una commistione di cromatismi che sembra rieccheggiare l’incontro tra le due protagoniste.
“Le magnolie sono un simbolo di forza e perseveranza – spiega Amelia parlando con Ada a proposito della casa che dà il titolo all’opera – ma si dice che troppe magnolie in un giardino portino solitudine”.
La forza come leva per superare il proprio dolore, tuttavia, è messa in dubbio dalla stessa Ada, che risponde simbolicamente alla considerazione di Amelia con queste parole: “Il dolore ci rende più consapevoli. La forza mi sembra solo un’unità di misura al cui confronto nessuno è mai abbastanza”.